Corniolo

Nome latino Cornus mas L.

Nome italiano Corniolo

Famiglia Cornaceae

Mese di semina X.- XII
Mese di raccolta VIII. - IX.
Leggero ☀️☀️☀️
Irrigazione medio

Descrizione 

È un piccolo alberello a foglie caduche alto dai due ai sei metri, con la vecchia corteccia di colore grigio giallastra che si stacca in piccole scaglie brune soprattutto alla base del fusto. 

Le foglie sono ellittiche e acuminate in cima, lunghe dai 4 ai 6 cm, opposte e picciolate, con nervature convergenti verso la punta.

I fiori precedono la fogliazione (fine febbraio, marzo) sono gialli e molto piccoli e raggiungono le dimensioni di 4-5 mm. riuniti in ombrelle. I frutti (drupe) di colore rosso vivo, che diventano più scuri a maturazione (fine luglio, agosto) e hanno una lunghezza di quasi 2 cm.


Condizioni di crescita e habitat 

Il corniolo vive lungo le sponde dei torrenti, ai margini dei boschi di latifoglie, in piccoli gruppi nelle radure dei boschi di latifoglie, tra gli arbusti e nelle siepi. Dalla pianura sino a 1500 m s.l.m., sopporta terreni sassosi, soprattutto su fondo calcareo, specie in collina.

È una pianta molto longeva e ama ambienti luminosi. Per le sue caratteristiche il corniolo viene considerata una specie che sopporta bene i climi temperati e caldi ed è in grado di resistere alla siccità. 


Usi culinari e proprietà fitoterapiche

Le corniole possono essere consumate fresche, oppure usate per produrre bevande, liquori, dolci, gelatine, salse, marmellate e in ricette gastronomiche. Si conservano sotto alcol (come le ciliegie) e in salamoia (come le olive).


Storia e tradizioni

Un’antica leggenda racconta che piante di Corniolo, furono utilizzate per costruire il cavallo di Troia; Virgilio nell’Eneide, scrive dell’impiego dello stesso per la costruzione di aste per le lance.

Ancora una leggenda narra che un giavellotto fabbricato con il legno del Corniolo, scagliato da Romolo il più lontano possibile, segnasse il limite dei confini della città.

I frutti del corniolo, erano conosciuti e apprezzati già dagli antichi popoli mediterranei che li usavano canditi nel miele e conservati in salamoia, come le olive.



Bibliografia e Sitografia

http://mitel.dimi.uniud.it/flora/scheda.php?id=704

http://www.floraitaliae.actaplantarum.org/viewtopic.php?t=2440

Ferrari M. Medici D. 2003. Alberi e arbusti in Italia. Edagricole, Bologna

Zin a pavàri L.Manfrin e M.L. Appi Cordenons Pn 



Situati nei seguenti giardini e sezioni tematiche:

Friul