Nome latino Morus alba L.
Nome italiano Gelso bianco
Famiglia Moraceae
Descrizione
È la tipica pianta degli ambienti rurali friulani, è originaria dall’oriente e può raggiungere l'altezza massima di 20 m (mediamente 8-10 m), possiede un fusto con corteccia brunastra e solcata longitudinalmente, dal quale partono grossi rami irregolari che formano una chioma globosa allargata; spesso il fusto viene capitozzato e dà origine ad un mazzo di rami pressoché di eguale dimensione aperti a ventaglio. Specie piuttosto rustica e longeva, sovente cariata all'interno del tronco.
Le foglie sono intere e picciolate con lamina di 4-6 x 7-10 cm con base cuoriforme e margine seghettato, talvolta le foglie possono avere una lobatura anche asimmetrica. Il gelso produce delle infiorescenze composte da fiori femminili in spighe (1 cm) e maschili in amenti penduli (1-3 cm).
I frutti sono multipli dovuti a drupe riunite di colore bianco/rosa a rosso cupo a seconda della varietà.
Condizioni di crescita e habitat
Oggi è presente in quasi tutte le regioni d’Italia. La distribuzione regionale si estende dalle coste friulane ai fondivalle del settore alpino; è abbastanza comune anche in Carso. Cresce in filari piantati dall’uomo ai margini degli abitati.
Ama ambienti luminosi e soleggiati ed è in grado di resistere alle basse temperature e a condizioni di elevata siccità.
Preferisce suoli freschi, profondi e permeabili, non argillosi e privi di ristagni d'umidità.
Usi culinari e proprietà fitoterapiche
I frutti sono commestibili, contengono abbondanti quantitativi di zuccheri e vitamine, sono rinfrescanti e si consumano allo stato fresco, pur non risultando commerciabili per l'estrema delicatezza e deteriorabilità; vengono usati anche nella preparazione di sciroppi, gelatine e marmellate.
Le foglie del gelso Morus alba per effetto ipoglicemizzante vengono impiegate per la preparazione di tisane o decotti utili in caso di diabete.
La corteccia per il contenuto di sostanze antibatteriche viene consigliata per la cura di varie infezioni o infiammazioni e in particolare la cura della gotta.
Storia e tradizioni
Il gelso bianco, originario dell'Asia orientale, è stato introdotto in Europa probabilmente nel XII secolo per l'allevamento del baco da seta che lo preferisce al gelso nero. La presenza in Italia è documentata dal 1434. È ampiamente coltivato nella zona submediterranea, ed è segnalato come specie avventizia in quasi tutta Italia.
Il nome generico è quello utilizzato dagli antichi Romani per indicare il gelso nero, pianta da loro già conosciuta perché originaria dell'Asia Minore; deriva a sua volta dal greco antico 'meros' (parte), in riferimento all'infruttescenza formata da tanti piccoli frutti con involucro carnoso; il nome specifico deriva dal latino 'albus' (bianco) e si riferisce sempre ai frutti ma questa volta al loro colore prevalente (esistono anche forme a frutti rosa o violetti, che possono generare confusione col gelso nero).
Bibliografia e Sitografia
http://mitel.dimi.uniud.it/flora/scheda.php?id=200
http://dbiodbs.units.it/carso/chiavi_pub21?sc=56
http://www.floraitaliae.actaplantarum.org/viewtopic.php?t=26309
Ferrari M. Medici D. 2003. Alberi e arbusti in Italia. Edagricole, Bologna