Tarassaco

Nome latino Taraxacum officinale Weber aggr.

Nome italiano Tarassaco

Famiglia Asteraceae

Mese di semina VIII.- IX
Leggero
Irrigazione medio

Descrizione

È una pianta erbacea perenne selvatica, alta fino a 40 cm, con rizoma verticale segnato dalle cicatrici fogliari degli anni precedenti e radice a fittone che si sviluppa da questo. Le foglie sono riunite in una rosetta basale, sdraiate al suolo nei mesi freddi, mentre le successive crescono erette durante l’antesi. Sono lanceolate irregolarmente e profondamente incise. L’apice è arrotondato- triangolare, i lobi sono arcuati o falciformi. I fiori sono riuniti in capolini portati singolarmente all’apice dei fusti cavo all’interno (fistoloso). I capolini, protetti da più serie di brattee, si incurvano verso il basso dopo la fioritura. I fiori hanno corolla tubolare gialla e aranciata. Da questi si sviluppano degli acheni che sono dotati di pappo, una struttura setolosa ad ombrello, adatta a trasportarli via aerea.


Condizioni di crescita e habitat 

È specie di luoghi caratterizzati da ricchezza di nutrienti con buona disponibilità idrica anche fuori dalla primavera, pieno sole o mezz’ombra e almeno tre sfalci della vegetazione erbacea, seguiti da una concimazione se il tagliato viene raccolto o nessuna se lasciato a terra. È pianta planiziale, collinare, indifferente al calcio e alla silice, di modesta esigenza idrica, pH tendenzialmente neutro, esigente in sostanza organica. Pianta capace di ampie popolazioni mono-specifiche, legate alla coltivazione di alberi da frutto o prati irrigui molto concimati.

Trova possibilità di diffusione mediante i semi volanti, praticamente in ogni habitat che riproponga anche per pochi cm quadrati le condizioni suddette.

Si semina nell’orto in tarda estate e si abbandona da ogni cura salvo irrigare moderatamente nei picchi di secco estivo.


Usi culinari e proprietà fitoterapiche

La pianta si può consumare prima della fioritura, usando i germogli per minestre, torte salate, frittate e ripieno di tortelli, mentre i boccioli e i fiori aperti si usano sotto sale o sottaceto i primi e in confetture o primi piatti i secondi.

Ha caratteristico gusto amarognolo, molto saporito, distinto dalle altre asteracee raccolte per usi similari. Al palato si presenta tenace e amara, caratteri che sono accentuati se i tempi di raccolta non sono perfetti.

Utilizzata cruda con il lardo, pissacan cruo col lardo,o cotta con altre erbe, erbe cote miste.

Il tarassaco è una delle erbe più note e importanti nella fitoterapia tanto da avere una branca detta tarassaco-terapia. Si citano a solo titolo di esempio le proprietà depurative a vantaggio di reni e fegato.


Storia e tradizioni

Assieme a luppolo e silene, costituisce il terzo pilastro della cucina popolare alimurgica, grazie alla sua facilità di reperimento e alla facilità di identificazione. L’espressione ”andar ad erbe” intendeva raccogliere tarassaco per il “cambio stagione” corporeo,  purificare il sangue grazie al suo ingente consumo e alla grande disponibilità, più di qualsiasi altra erba, dall’autunno alla primavera.

Il termine "Taraxacum" sembra derivi dal greco "tarasso" col significato di sanare, guarire in correlazione alle sue proprietà benefiche conosciute fin dall'antichità. Alcuni studi non escludono la sua derivazione dall'arabo Tharachakon= che indica erba amara, cicoria.


Bibliografia e Sitografia

AA.VV., Scoprire riconoscere usare le erbe, Milano 1977.

http://www.elicriso.it/it/piante_medicinali/tarassaco/

http://mitel.dimi.uniud.it/flora/scheda.php?id=127


Situati nei seguenti giardini e sezioni tematiche:

Orto del Brenta

Friul