Nome latino Cichorium intibus L. var. foliosum Bishoff
Nome italiano Radicchio variegato di Castelfranco
Famiglia Asteraceae
Descrizione
Il radicchio di Castelfranco è un prodotto IGP (Identificazione Geografica Protetta). Il luogo originario di produzione è il comune di Castelfranco, in provincia di Treviso. È pianta da pieno sole con massimo sviluppo vegetativo di 30-40cm. La pianta pronta al consumo si presenta con un cespo aperto. Le foglie, disposte a forma di rosa, presentano varie tonalità del colore giallo e solcate da leggere screziature di un rosso vivace. La lamina è espansa con bordi finemente seghettati.
Condizioni di crescita e habitat
Si semina a pieno campo direttamente a luglio o si trapianta dalla prima decade di agosto, fino alla fine del mese. Le file distano tra loro 50 cm e le piante 30-50 cm sulla fila. Le raccolte iniziano a ottobre per terminare a fine di febbraio. Per ottenere “la rosa di Castelfranco”, le piante, raccolte con un pezzo di radice, vengono poste in cassette leggermente in acqua corrente di risorgiva. L’operazione si può eventualmente eseguire disponendo le cassette in pile verticali, senza utilizzo dell’acqua, bisogna, in questo caso, provvedere al mantenimento di una certa umidità e temperatura nella stanza di forzatura. Dopo una ventina di giorni, passati al buio, le foglie divengono tenere e croccanti con un colore giallo screziato di rosso.
Usi culinari e proprietà fitoterapiche
Le foglie consumate crude, con il mix di radicchi rossi si presentano come una piacevole composizione cromatica. Si presta alla formazione di primi piatti e come accompagnamento a secondi piatti.
Il radicchio crudo è delicatamente amarognolo, la foglia è croccante, fresca e leggera.
Si usa in primi piatti con crespelle e ravioli. Si accompagna a vari tipi di carne e pesce, e viene utilizzato anche nelle confetture.
Rispetto alla lattuga, contiene il doppio di fibra e un’elevata percentuale di fibra solubile. Il contenuto di inulina lo rende un ottimo regolatore intestinale.
Storia e tradizioni
È il frutto, unico nella famiglia dei radicchi, derivante dall’incrocio tra il Treviso tardivo e la indivia scarola. Il loro incontro non è ancora chiaro se sia avvenuto spontaneamente, o se qualche agricoltore ci abbia messo del suo. Dal Castelfranco, per semplice selezione massale, sono derivate le tipologie di Chioggia, 1930 e quelle del variegato di Lusia, 1940. La festa del “Fiore che si mangia”, che si svolge ancora oggi in piazza Giorgione a Castelfranco, si è tenuta per la prima volta, bandita dalla locale Cattedra Ambulante di Agricoltura nel 1914.
Bibliografia e Sitografia
Il radicchio di Castelfranco, ed. Veneto Agricoltura