Nome latino Rosa canina L.
Nome italiano Rosa canina
Famiglia Rosaceae
Descrizione
È un arbusto legnoso, cespuglioso e spinoso, alto fino a 3 m, possiede profonde radici e rami pendenti cosparsi di robuste e grosse spine spesso uncinate. Le foglie caduche sono composte da 2-3 coppie di foglioline color verde tenero, imparipennate con alla base due stipole lanceolate con margini dentellati.
I fiori posti su peduncoli glabri, solitari o in gruppi di 2÷3, delicatamente profumati, presentano 5 sepali e 5 petali bianchi o rosati.
I frutti appariscenti di un bel colore rosso sono dei cinorrodi, maturano in autunno sono carnosi e glabri, solitamente portati da peduncoli lunghi 10÷20 mm.
Condizioni di crescita e habitat
La Rosa canina cresce nelle radure, al margine di boschi, nelle boscaglie degradate e, in qualità di arbusto pioniere, nei prati, pascoli, campi e vigneti abbandonati, su cumuli di sassi. Su suoli abbastanza profondi, limosi, moderatamente aridi.
L’areale della canina va dalla pianura sino a 1.900 m s.l.m.
Usi culinari e proprietà fitoterapiche
I frutti raccolti dopo la prima gelata, sono ottimi per preparare conserve e marmellate. Seccati e macerati in acquavite e zucchero danno un ottimo liquore; seccati e tritati si possono usare per preparare delle tisane, seccati e ridotti in farina venivano utilizzati anticamente per fare una specie di pane.
La rosa canina viene anche usata a scopo curativo, i frutti si usano per preparare uno sciroppo impiegato come integratore alimentare, in particolare nelle diete per i neonati e usato dall’industria farmaceutica come aromatizzante delle medicine.
I petali sono utili per combattere la diarrea, il mal di gola se spremuti, possono essere usati per preparare un buon collirio.
Alcuni impiegano le foglie e i boccioli come blando lassativo e cicatrizzante; le galle ricche di tannino hanno proprietà astringenti e toniche.
Storia e tradizioni
Una antica leggenda narra, che se oggi possiamo ammirare la bellezza della rosa, lo dobbiamo al dio del vino Bacco che, invaghitosi di una ninfa, tentò di conquistarla, ma lei fuggendo inciampò in un cespuglio. Cespuglio che per riconoscenza Bacco trasformò in rosa, facendogli spuntare splendidi fiori di un delicato color rosato, che altro non è che il colore delle guance della sua ninfa.
Bibliografia e Sitografia
http://www.floraitaliae.actaplantarum.org/viewtopic.php?t=21022
http://mitel.dimi.uniud.it/flora/scheda.php?id=18