Fagiolo dall'occhio o Dolico

Nome latino Vigna unguiculata (L.) Walp.var.unguiculata

Nome italiano Fagiolo dall'occhio o Dolico

Famiglia Papilionaceae

Mese di semina V. - VI
Mese di raccolta VII-IX
Leggero ☀️☀️☀️
Irrigazione basso

Descrizione

Si tratta del fagiolo che gli antichi abitanti del nord Africa e poi del bacino del Mediterraneo, addomesticarono, coltivavano e consumavano prima dell’introduzione, dalle Americhe del fagiolo che oggi conosciamo (Phaseolus vulgaris L). La pianta ha un portamento non eccessivamente rigoglioso, le foglie sono pennate, lisce e di un colore verde intenso. L’altezza non supera di media i 100 cm, il fusto è molto ramificato e fragile, se incontra dei tutori tende ad appoggiarsi. I fiori, disposti in gruppo alla fine dei rametti, somigliano a delle piccole delicate farfalle, da cui il nome della famiglia, di colore bianco con riflessi iridescenti violacei. I fiori, una volta fecondati sviluppano i baccelli che vanno raccolti precocemente, prima che si ingrossi il seme. Se lasciati a maturare sulla pianta, terminato l’ingrossamento del seme e una volta che i baccelli si presentano completamente secchi, si possono raccogliere, sbucciare e conservarne il seme per l’anno prossimo.


Condizioni di crescita e habitat 

Essendo una pianta di origine Africana Sub- Sahariana la sua coltivazione si esprime al meglio in un clima caldo e secco. Si semina, interrando il seme disposto ogni due - tre centimetri, dentro a dei piccoli solchi, dopo la prima decade di maggio. Non abbisogna di particolari cure colturali se non una goccia d’acqua per germinare. Rifugge i terreni umidi e trova le condizioni migliori per delle ottime produzioni in stagioni estive secche e calde. Eventuali irrigazioni, con l’intento di darle cura, portano ad un rigoglioso sviluppo dell’apparato fogliare a scapito della produzione dei baccelli. La raccolta è il momento più delicato e si esegue ogni mattina, i baccelli non devono superare i 10-15 cm di lunghezza, il seme non deve accennare ad alcun ingrossamento in modo da prevenire la formazione del ”filo”, ingrossamento filamentoso e fibroso di sutura del baccello, che lo renderebbe  poco appetibile.   


Usi culinari e proprietà fitoterapiche

Si consumano principalmente i baccelli freschi, lessati e conditi con olio, sale e pepe. Si possono condire con altri sughi a base di pomodoro, cipolla e qualche spicchio d’aglio. Da secchi i semi possono essere usati per zuppe, mescolati ad altri legumi.

Il sapore è ben distinguibile dalle altre specie di fagiolo e porta sentori di selvatico.

La tradizione culinaria prevede i “corneti in salsa”, piatto in cui il legume viene condito dalle sardine (conservate sotto sale), e dal soffritto della delicata cipolla bianca chioggiotta che matura tra Luglio e Agosto.  

Hanno un limitato apporto proteico e calorico rispetto al fagiolo da granella. Inoltre sono facilmente digeribili, rinfrescanti e ricchi di vitamina A.


Storia e tradizioni

La sua origine africana lo vede già coltivato da egiziani e nella mezza luna fertile.  I greci ne facevano uso comune, considerandolo però un cibo povero e da usare in mancanza di altro. Il suo nome latino può essere ricondotto al greco Phaselus, un imbarcazione con la forma di baccello, oppure può derivare dal nome del fiume Fasi nella Colchide, meta del viaggio degli  Argonauti alla ricerca del Vello d’oro, impresa del mito greco. Ancora oggi viene consumato come una prelibatezza.


Bibliografia e Sitografia  

AA.VV., Specie e varietà della tradizione agricola nella provincia di Venezia, Venezia 2015


Situati nei seguenti giardini e sezioni tematiche:

Orto del Brenta

Gurmanski užitki