Nome latino Laurus nobilis
Nome italiano Alloro
Famiglia Lauraceae
Descrizione
L'alloro è un arbusto sempreverde densamente coperto, ma spesso anche un vero e proprio albero di altezza dai 10 ai 15 metri con un diametro fino ai 60 cm. La corteccia è sottile, grigio chiara e liscia, in età avanzata nera e ruvida. L’ampia fronda presenta rami tipicamente diretti verso l’alto, germogli spogli rosso-verdi e boccioli appuntiti e allungati dello stesso colore. Le foglie sono sempreverdi, posizionate in modo alternato, semplici, elittico-lanceolate, lunghe dai 5 ai 12 cm e larghe tra i 2 e i 6 cm, dure e spesse, verde scuro e lucide sulla parte superiore, più chiare sotto. Hanno un bordo liscio o leggermente ondulato, e grazie agli oli essenziali hanno un odore forte e gradevole. È una varietà dioica, a impollinazione entomofila e fiorisce già da febbraio ad aprile. I fiori compaiono in gruppi, spesso rigogliosi presso l’ascella fogliare. Il frutto è una bacca, che porta un solo seme ed è inizialmente verde e poi nera, da lunga a sferica, di circa 2 cm di spessore, lucida, che matura d’autunno nel primo anno. La guaina carnosa contiene molto olio essenziale.
Condizioni di crescita e habitat
Periodo di impianto: all'inizio della primavera o in autunno
Esposizione: penombra
Habitat: prospera su terreni ricchi di humus, tollera una moderata siccità, non tollera le basse temperature
Uso in medicina e in cucina: Dai frutti si estrae l'olio medicinale, mentre l'olio essenziale delle foglie è utile nell'industria dei profumi. Ha una serie di effetti curativi: migliora la digestione, aumenta l'appetito. Agisce come conservante, proprio per quest’ultima qualità, i venditori di fichi nel Mediterraneo usano spesso le foglie di alloro con i fichi secchi nelle tradizionali collane. Le foglie profumate fungono da blando insetticida, ragione per cui, un tempo venivano inserite tra le pagine dei libri nei luoghi umidi. In Istria usavano strofinare con le foglie di alloro il dorso dei cani per proteggerli dalle mosche e dagli altri insetti. Per gli oli essenziali che contiene, l’alloro è una delle erbe aromatiche maggiormente usate nella nostra cucina. Le foglie destinate all’essiccazione vanno raccolte in autunno e riposte a seccare in luogo buio e ventilato per almeno un mese, girandole ogni tanto. Lungo l’Adriatico, soprattutto in Dalmazia, le foglie di alloro essiccate sono importante fonte di sostentamento. Già prima della seconda guerra mondiale dalle Bocche di Cattaro, costa dalmata meridionale del mare Adriatico, venivano annualmente esportati in Europa occidentale dai cinque ai sei vagoni di foglie secche, due vagoni di semi e un vagone di foglie fresche destinate alla produzione di corone; da Ragusa ulteriori due vagoni di foglie secche. Nella cucina istriana le foglie vengono più spesso usate nella marinate con selvaggina, negli arrosti di maiale, nel cavolo acido, nella preparazione delle salsicce e del prosciutto istriano. Con le foglie si può realizzare un preparato molto aromatico da versare nella vasca prima di farvi il bagno, dal momento che è indicato per i dolori reumatici. Mentre una tisana viene preparata e bevuta in caso di crampi e problemi di stomaco o intestinali.
Storia e tradizioni
L'alloro è una pianta versatile. In tutto il Mediterraneo è piantato come decorazione, gli alberi sono spesso piantati in gruppi. Grazie alla sua buona tolleranza alla potatura è adatto per la formazione di siepi, ma cresce anche all'ombra di altri alberi. Nelle siepi viene spesso combinato al viburno tino (Viburnum tinus L.) e all’ilatro (Phillyrea latzfolia L.). Per la densità della fronda e grazie al massiccio sistema di radici è adatto per la progettazione di piantagioni anti-vento e per prevenire o fermare l'erosione. In Europa centrale viene spesso tenuto come pianta da vaso, potato in Slesia dai tempi di Ludovico XIV. È usato anche per decorare gli ambienti. Il legno bianco-giallo, pesante, duro e caratteristicamente profumato viene usato nell’edilizia, per lavori di rifinitura, precisione e merceria, a volte nell’ambiente vitivinicolo. Un utilizzo interessante viene annoverato da Plinio il Vecchio, il quale scrive che strofinando due pezzi di legno di alloro e di edera è più semplice accendere un fuoco. Dai simbolismi legati all’alloro derivano diversi idiomi; così, il ramo di alloro, oltre a indicare l’albero, significa pure un successo, un trofeo; mentre dormire sugli allori significa riposare o essere inattivi dopo aver raggiunto un grande successo.
L’alloro figura tra le più conosciute piante nobili. Le sue corone erano usate dagli antichi greci per premiare i vincitori, i saggi e i poeti, e si associa al nome dalla ninfa d’acqua Daphne di cui s’invaghì Apollo. La fanciulla, che scappava da Apollo, si tramutò in alloro, e il disperato innamorato, in ricordo dell’infelice amore, introdusse l’usanza di portare le corone di alloro. Presso l’oracolo della Sibilla Delfica, più precisamente il tempio del dio Apollo a Delfi, la veggente Pizia si sarebbe nascosta dai visitatori dietro una barriera di alloro e prima di dare la sua profezia, avrebbe raggiunto l’estasi masticando le foglie di alloro e inalandone il loro fumo – anche se secondo alcuni ha probabilmente masticato altre sostanze. In ogni caso, i visitatori che ottenevano una risposta positiva da Pizia, tornavano a casa con una corona di alloro sulla testa. Ai tempi dell’Antica Roma, un ramoscello di alloro inviato per posta era segno di vittoria e successo. I Romani usavano insignire con l’alloro i comandanti dell’esercito di maggior successo, così un ramo d’alloro in mano e una corona in testa sono espliciti segni di un vincitore. Gli scrittori d’epoca romana, tra cui Plinio, usavano indicare l’odierno alloro con Laurus, e come scrive Linné, difficilmente si sarebbe potuta trovare denominazione più adatta per quanto riguarda la specie, cioè dal latino nobilis, ossia nobile, insigne, pregiato.
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